domenica 28 dicembre 2014

Immobiliare, beato il popolo che non ha bisogno di eroi

Che è successo nel 2014 alla community degli agenti immobiliari italiani (un insieme variopinto e slegato, più che una vera e propria comunità di interessi ed intenti)? Tante cose, ma mi voglio soffermare su un paio di episodi privi di importanza commerciale ma ricchi di significato. Due convention, a Roma e Milano, che hanno scattato un selfie, divertente e impietoso, alla categoria dei mediatori immobiliari.

Premetto che non ho partecipato a questi eventi (anche se a quello di Milano ero stato invitato addirittura come concorrente per una sorta di Isola dei famosi del mattone), così mi evito un centinaio di tweet e feisbucate inalberate. Quindi ne parlo per come le convention  sono uscite attraverso i comunicati ufficiali, i social network, i video ecc. (del resto non ho mai partecipato alle parate del gay pride, manifestazioni ben più importanti delle convention immobiliari, eppure un'idea me la son fatta pure di quelle).

Le convention erano organizzate e sponsorizzate (cioè rese economicamente possibili) non dagli agenti immobiliari, ma dai fornitori degli agenti immobiliari: portali, formatori, venditori di servizi per agenzie immobiliari, venditori di franchising per agenti immobiliari, venditori di MLS, venditori di reti per gestire la vendita degli immobili in sofferenza, eccetera. Dal lato dell'offerta, si trattava di legittime iniziative promozionali, e gli organizzatori vanno ammirati per la loro abilità commerciale. Dal lato della domanda, e considerando una partecipazione ridotta a un 400 persone (su 40mila agenti immobiliari italiani), è emersa la forte esigenza salvifica che pervade la categoria. Gli agenti immobiliari soffrono quant'altri mai per questa crisi  del mattone iniziata nel 2008 e della quale non si vede la fine, tanto che siamo ormai alla "sindrome del medicine show".

Photo: courtesy DocGrayson
Come nel Far West, il venditore di pozioni miracolose attira al suo spettacolo di strada quelli che stanno messi peggio e hanno bisogno di un eroe e salvatore della patria, uno con una bella parlantina sciolta e tante parole d'ordine rassicuranti. Compra la mia formazione miracolosa, e avrai la chiave per la professione immobiliare del futuro; compra la mia insegna in franchising, e non fallirai con la tua agenzietta dell'angolo; compra a prezzo crescente gli spazi sul mio portalone, e ti vedranno pure i sassi; paga la mia MLS per inserire i tuoi immobili, e potrai finalmente collaborare con i colleghi; entra nella mia rete, e ti farò dismettere i non performing loans...e così via. Questo predicano gli abilissimi showmen itineranti del nostrano Real Estate Circus.

Chi cade preda di queste suggestioni cerca una scorciatoia per il successo, o meglio per rimanere a galla. E dato che la situazione è davvero ardua, gode di tutta la mia solidarietà e simpatia: siamo tutti nella stessa barca.

Le associazioni di categoria degli agenti immobiliari offrono tutte queste cose (formazione, portale, MLS, dismissioni ecc) gratuitamente, ma non hanno un appeal brillante e salvifico come i signori del Real Estate Circus. Perché? Ma perché non propagandano come miracoloso un modello di business, ma offrono gli strumenti per costruirselo. Non ti danno il pesce ma la canna da pesca. Gli agenti immobiliari che l'hanno capito si formano gratuitamente risparmiando miglialia di euro tutti gli anni, e creando micro-reti di collaborazione locale a costo zero; gli altri, beh per gli altri ci sono le convention a Roma o Milano...

Beato il popolo che non ha bisogno di eroi, diceva Brecht. E men che meno di pozioni magiche.

mercoledì 22 ottobre 2014

Banche o bazar? C'era una volta il mutuo immobiliare...



http://www.tubechop.com/watch/3783141

Ospite tra il pubblico al talk show La Gabbia del 19/10/14 Giuliano Olivati, presidente Fiaip Bergamo, fa una domanda sui mutui casa al "manager bancario pentito" Vincenzo Imperatore, autore di "Io so e ho le prove" (Chiarelettere). Ascoltate la sua risposta su quello che le banche vendono allo sportello (oddio soprattutto una banca, grande e grossa). Lo stesso conduttore Gianluigi Paragone fatica a credergli e gli fa ripetere la risposta...impagabile l'espressione finale del costruttore - finanziere - ex banchiere Ernesto Preatoni, anch'egli nel parterre.

martedì 12 agosto 2014

Riforma del Catasto immobiliare? Olivati (Fiaip Bergamo): "Serve equita' e invarianza di gettito"

Giuliano Olivati, di Fiaip, ammette: «Sicuramente i valori catastali attuali, in certe circostanze, sono sperequati. Ci sono immobili in centro con categorie catastali più basse rispetto a quelli in periferia. È una situazione che va chiarita, adottando dei correttivi».

Tuttavia, aggiunge Olivati «c’è il timore che ciò si traduca in un aumento generalizzato delle rendite, e non solo di quelle sottovalutate. A questo punto è necessario abbassare le aliquote. In sostanza, non ci deve essere una stangata fiscale. Confidiamo che il Governo mantenga la promessa fatta».

Il riferimento è all’obiettivo che si è posto il capo dell’esecutivo, Matteo Renzi, cioè quello di mantenere l’invarianza di gettito. In altre parole, far sì che i proprietari degli immobili non sborsino più soldi di quanto non facciano già.

L'Eco di Bergamo, 12/08/14

sabato 26 luglio 2014

Fiaip Bergamo contro Enasarco: gli Agenti immobiliari non sono agenti di commercio

La Fiaip dice no all’Enasarco: non siamo agenti di commercio

La Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) non ci sta e chiarisce la propria posizione sul protocollo Enasarco, che prevede una regolarizzazione, con l'iscrizione all'ente, dei collaboratori non abilitati come agenti immobiliari delle agenzie, inquadrandoli come agenti di commercio.

«Abbiamo una posizione diversa in merito – afferma Giuliano Olivati, presidente della Fiaip di Bergamo –. Fimaa e Anama, le altre due associazioni che rappresentano gli agenti immobiliari, hanno siglato questo protocollo accettando le pretese di Enasarco, che così cerca di sanare i propri problemi di gestione». Secondo Olivati «gli agenti immobiliari non sono tenuti a pagare Enasarco, perché, essendo mediatori, non possono essere agenti di commercio».

Il divario tra le posizioni arriva sulla questione dei collaboratori non abilitati, cioè coloro che lavorano nelle agenzie immobiliari senza aver sostenuto l’esame abilitante presso la Camera di commercio. «Dire che l’iscrizione a Enasarco serve per regolarizzare chi non ha i titoli di fatto vuole dire regolarizzare gli abusivi, persone che svolgono un’attività che non potrebbero fare. È grave che si sia realizzata una “sanatoria”». Secondo la legge per tutte le operazioni di mediazione fino alla stipula del contratto vero e proprio, la figura indispensabile è l’agente immobiliare abilitato, che abbia il «patentino», altrimenti «è abuso». «Per i giovani che iniziano a lavorare – continua Olivati – è già previsto nel contratto nazionale che abbiamo fatto come Fiaip un percorso di apprendistato professionalizzante, fino alla frequenza dell’apposito corso e dell’esame alla Camera di commercio. Se fino all’abilitazione il giovane viene costretto a versare contributi a Enasarco, saranno a fondo perduto, perché per maturare il diritto alla pensione servono 20 anni di versamenti. E siccome una parte del versamento spetta all’agenzia, diventa quasi una tassa occulta».

Alessandra Bevilacqua
L'Eco di Bergamo 23/07/14 

Nella foto: Giuliano Olivati


sabato 28 giugno 2014

Perché le fiere dell' #immobiliare non possono funzionare

Perché in Italia le fiere del real estate una dopo l'altra chiudono (vedi la morte, peraltro ampiamente annunciata, di Eire) o sono in predicato di chiudere? Per capirlo bisogna tornare alle origini delle grandi fiere o Esposizioni. Le fiere campionarie nascono nell'Ottocento come grandi mercati internazionali di merci e novità commerciali, esibite fisicamente, "per campione" appunto. Quasi due secoli dopo, nell'era del web pervasivo la loro spinta propulsiva si è di molto attenuata.

Però va detto che se io voglio toccare con mano un campione di una merce, un device, un oggetto fisico, una stampante 3D devo comunque recarmi in un luogo dove questo campione, e il suo funzionamento, mi venga esibito fisicamente. Posso sì vederlo su Youtube, sul web o in tv, ma non è certamente la stessa cosa. Quindi la Fiera Campionaria ancora oggi una sua ragion d'essere ce l'ha.

Veniamo invece alle fiere immobiliari: qual è il campione che viene esibito in queste esposizioni? Forse che vi si trovano delle case in mostra? Certamente no, troviamo plastici o foto o rendering di immobili, tutto materiale che rende meglio su internet con le sue sempre crescenti possibilità grafiche 3D e l'interattività portata dalle app.

E allora cosa resta ad una fiera dell' immobiliare, se le togliamo gli immobili? Restano gli operatori del settore, che si guardano l'ombelico e si parlano addosso in interminabili convegni, workshop e seminari. Un immenso inconcludente parla-parla, all'insegna dell'euforia  durante le vacche grasse e della depressione mal-comune-mezzo-gaudio durante le vacche magre.

La differenza è che le vacche magre rendono insostenibili i costi della partecipazione dei signorotti del mattone a questa fiera delle vanità, fondata su un circolo vizioso: alle "grandi" fiere, quelle per addetti ai lavori, non posso non esserci perché alle fiere ci sono tutti quelli che contano, ma tutti quelli che contano ci vanno perché sanno che ci vanno tutti quelli che contano, e così via in un loop autoreferenziale che perde di vista il fruitore del prodotto-servizio casa, cioè il consumatore finale. Dice: ma alle fiere b2b si fa business! Ma quando mai? I deal si fanno nella riservatezza delle sale marmo-mogano delle grandi corporation del mattone, non certo col "ciao te, ciao me" al bar della fiera sotto gli occhi dei concorrenti.

A questo punto i mattonari più illuminati obietteranno: ma, la valenza politica dell'evento...ma, gli stati generali dell'immobiliare...Benissimo! Vogliamo gli stati generali dell' immobiliare? E secondo voi un evento politico si fa tra le mura di una fiera a pagamento? Ma che è, il Bilderberg della betoniera? Convochiamo un  grande convegno di filiera al cospetto del pubblico e con il governo e le forze politiche ad ascoltarci, con tanto di diretta streaming. I tempi son cambiati e il modello massonico decisamente in declino, soprattutto se si vuole uscire dall'odiato stereotipo del palazzinaro cementificatore e guadagnare il favore dell'opinione pubblica, sensibilissima al tema casa. 

Direte: ma le fiere minori, quelle ruspanti organizzate in provincia per il consumatore finale in una calda atmosfera di piazza italica o nel solito velleitario palafiere? A loro volta falliscono o languono (salvo eventuali eccezioni locali che confermano la regola) perché sono surclassate dall'offerta internet. Posto che le case in fiera non ci stanno fisicamente, perché mai il consumatore dovrebbe girare per ore tra gli stand, magari pagando pure un biglietto d'ingresso, quando può avere di tutto e di più, foto, video, piantine, rendering, mappe interattive, virtual tour gratuitamente a casa sua via internet?

Hai voglia usare gli ottimi siti giornalistici del real estate italiano per dare spessore all'evento-fiera: i giornalisti del mattone fanno il loro mestiere, ma non sono loro i responsabili dei contenuti e soprattutto di un format che oggi non ha più ragion d'essere. Anzi a nostro parere non l'ha mai avuta, in quanto le fiere immobiliari sì fondano su un'irrisolvibile contraddizione logica, mostrare in una fiera ciò che in fiera non può essere fisicamente mostrato: le case.

lunedì 16 giugno 2014

#Banche e #Immobiliare, les liaisons dangereuses



http://www.tubechop.com/watch/3057285

Oggi tutti a sperticarsi sul rapporto tra banche e immobiliare, sui mutui subprime all'amatriciana e i buchi lasciati nel capitale degli istituti di credito dalla crisi del mattone che ha deprezzato gli immobili a garanzia dei mutui...ma chi fu il primo a parlarne in tv più di un anno fa, intervistato a Milano sotto i portici di Santa Giulia dalla trasmissione Anno Zero, quando nessuno nel mondo del real estate diceva certe cose in pubblico (men che meno in televisione)? Avete indovinato. Di quella mezz'ora di intervista andò in onda un frammento di 26 secondi, tutto il resto servì come base per l'indagine giornalistica e trovò conferma in banchieri (anonimi), gnomi della finanza e commercialisti consultati e intervistati dalla troupe di Zio Michele.

Il giorno dopo la messa in onda avevo quasi paura ad andare in ufficio. Oggi tutti chiacchierano di queste cose come acqua fresca, ma allora nessun immobiliarista voleva parlare alla trasmissione di Santoro, c'era un clima di omertà assoluta sul rapporto incestuoso tra banche e real estate. Il mondo del credito, per nascondere di essere in mutande, continuava a prezzolare centri studi compiacenti che parlavano di "ritocchi al ribasso dei prezzi immobiliari" e "pausa di riflessione del mercato", ma guai a citare le cifre reali, impietose per i bilanci bancari.

Vi assicuro che come insider del settore quella di dire in tv ciò che tutti raccontavano off the records e smentivano davanti alle telecamere non fu affatto una scelta a cuor leggero. Ottenni di comparire in trasmissione solo come "agente immobiliare" per non coinvolgere la mia federazione, che fu ben felice di non essere citata.

Come passa veloce il tempo nell'era di Youtube e di Twitter! Dopo un anno di frullatore mediatico sembrano cose trite e ritrite...

[Lettera firmata]