domenica 30 settembre 2012

√ Mercato #immobiliare, la versione del mediatore: #Olivati #Fiaip #Bergamo

Giuliano Olivati, presidente Fiaip Bergamo
la presa di coscienza della situazione di mercato descritta nel nostro post sull' "ultimo treno dell'immobiliare" ha suscitato l'approvazione di molti agenti immobiliari, ma anche (da parte non di colleghi ma di cultori della materia o almeno così vorrebbero) reazioni di shock e  disincanto, appelli a mettere gli occhiali rosa, ripudio del repricing (come se gli immobili si suonassero il citofono e vendessero da soli), mozioni degli affetti atte a mantenere alto il sentiment ecc. ecc.

signori, non ci siamo. non ci interessano elucubrazioni e illusioni, o le farraginose teorie economiche dei ribassisti, alla ricerca del punto di massimo ribasso del mercato come gli alchimisti cercavano la pietra filosofale. noi siamo agenti immobiliari, siamo operatori della concretezza e cerchiamo di consigliare al meglio i nostri clienti. e i nostri clienti non sono quelli che vendono domani, forse, aspettiamo, chissà, o i wannabe-acquirenti che vagolano per la città da anni in cerca della casa perfetta, quella solo pregi senza difetti e pure low cost.

i nostri clienti sono quelli che vendono o cercano casa qui e ora, con motivazioni serie e concrete, e a loro dobbiamo evitare pericolose illusioni ottiche che rischiano di fargli perdere tempo e denaro. l'illusione dell'acquirente, ad esempio, è quella di aspettare che i prezzi scendano. il problema è che se tu cerchi casa ora perché ti è nato un figlio o hai cambiato posto di lavoro o devi trasferirti o ti sei separato, non puoi aspettare anni e annorum compulsando la curva dei prezzi. ti conviene cercare la casa che soddisfi la tua esigenza abitativa ora, e quando l'hai trovata trattare il prezzo (oggi si spuntano trattative favolose) e assicurartela. aspettare vuol solo dire rimpiangere l'immobile che ti sei fatto soffiare da qualcuno più concentrato e svelto di te, che ha fatto una trattativa migliore di quanto potessi immaginare: e quanti di questi rimpianti dobbiamo ascoltare e consolare come agenti immobiliari... se invece, caro acquirente, sei un "ribassista alchemico" in cerca del ribasso perfetto, temo che non possiamo aiutarti, ma corri due rischi: il primo, che a furia di aspettare aspettare i prezzi comincino a risalire e tu resti beffato; il secondo, che i proprietari che non ne hanno impellenza decidano non di  vendere ma affittare il loro immobile, e questo succede oltre una certa soglia di ribasso. il ribassista temporeggiatore, insomma, rischia di trovarsi il cartello AFFITTASI anzichè VENDESI fuori dalla casa dei sogni alla quale sta facendo la posta.

essendo mediatori, abbiamo qualcosa da dire, rispettosamente, anche ai proprietari venditori: se volete vendere ora, dovete vendere alle quotazioni di ora, non di ieri. non fatevi infinocchiare da qualche ragazzino incravattato coll'abito della cresima (e magari pure abusivo) che vi illude di sopravvalutare casa vostra: vi sta danneggiando, in quanto perderete tempo e denaro in una catena di repricing che rischiano di restare sempre un po' sopra il valore di mercato, in un inseguimento kafkiano che non vi consente di vendere ma procura solo danno e frustrazione. oggi più che mai è essenziale fare il prezzo giusto e non sbagliarlo, mentre ieri si poteva anche prezzare un po' sopra la quotazione presente, confidando nell'aumento dei valori che col tempo avrebbe riagganciato la sopravvalutazione fatta dal proprietario. 

un'ultima considerazione sul fattore tempo nella vendita immobiliare, o come si dice oggi "timing": è un parametro importantissimo, stranamente sottovalutato dal real estate italiano e dalla nostra cultura in genere (mentre ad esempio gli americani ci stanno attentissimi). non ha senso, dal punto di vista commerciale, tirare in lungo mesi e mesi se non anni un'operazione di vendita. o non vendi, affitti casa, te la tieni, la dai a un figlio; ma se vendi fallo su un orizzonte che sia controllabile, inutile andare oltre le colonne d'ercole della prevedibilità del mercato: più un'operazione commerciale si dilata nel tempo, più aumentano le variabili che la rendono rischiosa e imprevedibile. gli americani dicono che devi prezzare l'immobile secondo le quotazioni aggiornate di mercato, per vendere in 1 mese, "thirty days". hanno ragione, ma diciamo che siamo italiani slow e non ci piace affrettarci? e sia, prezziamo per vendere in 2 mesi, se va male 3, ma non oltre. l'esperienza degli agenti immobiliari ci dice infatti che l'immobile a prezzo si vende proprio in 30-60 giorni, se si va oltre significa che la quotazione di partenza era troppo alta e il mercato ci sta dicendo di abbassarla: ma a quel punto non era meglio partire subito con la quotazione giusta e vendere prima? il tentativo di spuntare un prezzo più alto delle quotazioni di mercato è irrealistico, oggi che l'offerta è aumentata e grazie a internet l'acquirente ha una fotografia in tempo reale della piazza, dei valori e della loro evoluzione.

in conclusione, noi come agenti immobiliari possiamo lavorare solo con gli acquirenti che cercano casa per investire sulla qualità dell'abitare (che è qualità della vita), qui e ora: gli altri li lasciamo alle logomachie dei forum finanziari, che non a caso confondono il real estate con la finanza. sul lato dei venditori, anche qui possiamo trattare solo quei clienti che abbiano una reale e concreta esigenza di vendere qui e ora: gli altri sono comunque nostri clienti, ma perché ci danno da affittare e non vendere le loro case. questo è solo il prerequisito e punto di partenza del nostro lavoro: qui comincia il bello, ossia la conciliazione delle istanze contrapposte di venditori e acquirenti in una transazione equilibrata che soddisfi entrambi secondo la logica win-win (sempre per citare gli americani, questa volta gli economisti della "teoria dei giochi")

e meno male qualcuno dice che la figura del mediatore è superata...


giovedì 27 settembre 2012

√ #Olivati (#Fiaip #Bergamo): #immobiliare ultimo treno, è il momento di vendere



                   Photo: last train by Lev Tsimring/designzzz
che questo sia il momento di comprare casa ormai l'han capita tutti, dai 2 anni d'età in su. ma ora noi diciamo ai proprietari: se volete davvero vendere, questo è il momento, sta passando il midnight express. se decidete di non prendere quel fatidico ultimo treno, e continuate a chiedere i prezzi di 5 anni fa oggi matematicamente impossibili, è una vostra libera scelta, ma sappiate che per il prossimo convoglio "adda passà a nuttata", ovvero se ne riparla tra una decina d'anni (se siete ottimisti, pensate pure 8 o magari 5). e allora, quando la locomotiva finalmente sarà ripartita, la destinazione resterà comunque sconosciuta: non è detto che si torni alla stazione di partenza, ossia agli ultimi fuochi delle vacche grasse del mattone nel 2007, il picco del ciclo economico precedente, un'età dell'oro (dice qualcuno) perduta per sempre come la favolosa atlantide.

dalla nota trimestrale dell'agenzia del territorio pubblicata oggi si evince come questo sia il momento di vendere, in quanto le compravendite immobiliari in italia si stanno contraendo al ritmo di -6% anno su anno da un trimestre all'altro. al secondo trimestre su base annua siamo a -25,3% nel settore residenziale.

questi sono dati oggettivi: proprietari, il tempo gioca contro di voi. questa è l'ora delle scelte irrevocabili, come diceva quello, ovvero (come replicava un altro), it's now or never...
      

lunedì 10 settembre 2012

√ Olivati (Fiaip Bergamo): web 2.0 e social networks come nuova piazza immobiliare

Intervento di Giuliano Olivati, presidente Fiaip Bergamo (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) e Delegato Cultura e professione Fiaip Lombardia, sull'uso dei social networks da parte dei professionisti, con particolare riferimento agli agenti immobiliari. I medesimi concetti sono articolati da Olivati e integrati con una segmentazione della clientela nel Forum "Agenti immobiliari contro la crisi" sulla web-tv di Quotidiano immobiliare: http://www.metropolisqi.tv/3006/Forum-54-agenti-contro-la-crisi Ufficio stampa Fiaip Bergamo www.fiaipbergamo.it

domenica 9 settembre 2012

√ Olivati (Fiaip Bergamo): liberalizzazione dell'affitto per far ripartire l'immobiliare

Photo: ABC Risparmio
Una volta tanto prendiamo esempio dalla Spagna. La liberalizzazione degli affitti può portare solo benefici al comparto immobiliare, aiutandolo a ripartire e salvare l'economia italiana della quale il real estate rappresenta il 20%.

Che cosa è successo nel Paese della paella? Gli affitti sono stati liberalizzati: durata massima 3 anni, sfratto all'inquilino moroso dopo 10 giorni di ritardo, possibilità per l'inquilino di recedere dal contratto con soli 30 giorni di preavviso.

Perché queste misure, all'apparenza draconiane, sono buone e giuste per il mercato immobiliare? Semplice: l'affitto è un matrimonio a tempo tra proprietario e inquilino, più lungo è il periodo minimo di legge, più difficile per il proprietario impegnarsi. La durata massima di 3 anni (contro la durata minima di anni 4+4 del contratto residenziale a canone libero in Italia) soddisfa l'istanza del proprietario di rimanere "padrone" del suo bene immobile, senza legarsi in vincoli troppo lunghi.  Si dà così  al locatore/padrone di casa la certezza sui tempi di rilascio dell'immobilie. incentivando la proprietà a dare in affitto quegli alloggi oggi spesso tenuti a disposizione per un figlio che sta crescendo o per esigenze futuribili, nel timore che affittandoli se ne venga in qualche modo spossessati a favore dell'inquilino "impossibile da mandar via".

Analogamente, mettendoci nei panni dell'inquilino, la possibilità di recedere con un mese di preavviso (contro i sei mesi solitamente previsti dai contratti di locazione in Italia) rende snello e fluido il rapporto contrattuale, agevolando quella flessibilità occupazionale oggi richiesta dal mercato del lavoro, che spinge a cambiare città e regione per non perdere occasioni professionali.

Lo sfratto-express che il giudice spagnolo può decretare dopo solo 10 giorni di morosità, infine, garantisce la certezza dei tempi di rilascio dell'immobile in una situazione critica, consentendo al proprietario di rimettere subito l'appartamento sul mercato locativo, per minimizzare il mancato guadagno dello sfitto.

L'Italia deve rivedere la sua filosofia di fondo, tesa a scaricare il problema abitativo sui proprietari, prima con l'equo canone, poi coi patti in deroga e infine con i contratti a canone concordato (non a caso meno gettonati del canone libero, anche perché resi fiscalmente meno competitivi dall'introduzione della cedolare secca), e adottare finalmente un'ottica liberistica di autoregolamentazione del mercato. Aumentare la flessibilità della locazione sia per il proprietario che per l'inquilino porterebbe all'aumento dei contratti d'affitto con conseguente diminuzione dei canoni di locazione, quindi a tutto vantaggio dell'inquilinato. L'aumento dell'offerta locativa consentirebbe inoltre agli inquilini di trovare con facilità un'alternativa abitativa, terminato il contratto di affitto, rendendo più agevole la "relocation". La locazione sarà il jolly del mercato immobiliare del futuro, dato che molte famiglie non saranno in grado di acquistare a causa del credit crunch e della precarietà economica e occupazionale che sta prendendo piede: questo è il momento di rendere questo potente strumento più fluido e accessibile.

In questo modo si salvaguarderebbe sia il diritto costituzionale all'abitazione, sia l'esigenza della proprietà di mettere a reddito gli immobili sfitti e improduttivi, generando anche un indotto di manutenzioni, messe a norma e riqualificazioni energetiche del patrimonio immobiliare obsoleto, e riaprendo il mercato della compravendita del residenziale da reddito. Dal movimento economico e dal profitto deriverebbe infine un gettito fiscale oggi più che mai necessario alle casse dello Stato.

Lanciamo quindi un provocazione finale: l'Italia sia in grado di raccogliere la sfida spagnola andando oltre e facendo una liberalizzazione totale degli affitti, estesa alla durata contrattuale da stabilire esclusivamente tra le parti, a canone liberamente concordato. Dalla libertà, ne siamo certi, nasce l'opportunità, che si concretizzerà a reciproco vantaggio di proprietari e inquilini. Diamo una spinta alla macchina dell'economia immobiliare, e questa farà a sua volta da motorino d'avviamento dell'intera economia italiana.

Giuliano Olivati
Presidente Fiaip Bergamo
Delegato Cultura e formazione Fiaip Lombardia
www.fiaipbergamo.it 

Feedback:



  1. Liberalizzazione dell'affitto per far ripartite l'immobiliare

    http://www.ilqi.it/agency/151832
  2. Olivati (Fiaip Bergamo): ''per ripresa settore liberalizzare affitti'

    www.monitorimmobiliare.it/articolo.asp?id_articolo...

  3. Olivati (Fiaip Bergamo): liberalizzazione degli affitti per far ripartite

    blogimmobiliarebergamo.blogspot.com/.../olivati-fiaip-be...

domenica 2 settembre 2012

√ Olivati (Fiaip Bergamo): Immobiliare in crisi, ora lo dicono tutti

Photo: AllPosters
E' ufficiale, siamo nel pieno della crisi immobiliare e i prezzi si abbassano. Rispondendo al nostro appello alla responsabilità di tutti i player immobiliari, anche l'autorevole centro studi di Confindustria conferma, dati alla mano, quello che l'Osservatorio immobiliare Fiaip Bergamo sta predicando da almeno tre anni: la ricreazione è finita, l'economia italiana, europea e mondiale è drammaticamente cambiata, la possibilità di spesa e indebitamento delle famiglie si è ridotta, epperciò non possono non scendere i prezzi delle case. Infatti se non scendono, se  le richieste dei proprietari-venditori restano ancorate ai picchi del 2007, le case sono destinate a rimanere formalmente in vendita ma di fatto senza compratori cioè invendute.

Non staremo a rifare il ragionamento "scientifico" sul rapporto tra prezzi delle case e reddito degli italiani, anche perché nel Belpaese da sempre le famiglie hanno destinato risparmi e quote di stipendio all'acquisto del "tetto sulla testa", molto più che in altri Paesi anche a noi vicini. Da noi il tasso di famiglie proprietarie sta tra 80 e 85 per cento, in Germania e Olanda ad esempio siamo al fifty-fifty: chiaro che in Italia la famiglia-tipo dedicherà alla casa un budget superiore; ma c'è un limite fisiologico, dato che non è possibile destinare all'acquisto della casa più di un terzo del reddito e i salari non sono in crescita, mentre il settore occupazionale è in crisi e il lavoro sempre più precario. Le banche per soprammercato o non fanno mutui o finanziano solo il 50-60% del valore della casa, e il credit crunch è uno dei fattori-chiave della crisi immobiliare.

Che i valori siano scesi dal 2008 a oggi mediamente del 30% è un dato appurato da qualsiasi agente immobilare italiano; che la forbice di trattativa nel 2012 viaggi tra -15 e -20% anche. Molti analisti dicono che rispetto al picco del 2007 i valori si riudurranno alla metà, e ci siamo ormai, o quasi. Noi non facciamo previsioni così di fino, le lasciamo semmai sbagliare agli economisti di mestiere. Con chiarezza diciamo però che già oggi, qui e ora è possibile fare ottime trattative che soddisfino il venditore, che non deve farsi sfuggire il cliente interessato, e l'acquirente, che non deve farsi soffiare la casa dei suoi sogni, quando finalmente l'ha trovata: noi agenti immobiliari, come mediatori professionali di case, a questo serviamo. Ma attenzione: se la profezia degli economisti pessimisti si avverasse, sarebbe l'Euro che si rimangia il suo raddoppio dei prezzi sulla lira, raddoppio che all'epoca era stato visto come il male assoluto. 

Quella attuale è una nuova fase economica strutturalmente imparagonabile a quella precedente, non è nemmeno una bolla immobiliare (non siamo Dubai), ma un mutamento strutturale epocale dell'economia, macro e micro. Siamo diventati tutti più poveri, signori, famiglie e sistema-paese. Anche i prezzi delle case, che non sono oggetti sulla Luna ma cose in vendita che esistono qui e ora, si regolano di conseguenza. 

Giuliano Olivati
Presidente Fiaip Bergamo
Delegato Cultura e formazione Fiaip Lombardia
www.fiaipbergamo.it 

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