lunedì 12 dicembre 2011

√ Un mondo di tasse sul mattone: mal comune, mezzo gaudio?



Il Governo Monti ha anticipato al 2012 l'introduzione dell'Imu, imposta muncipale sugli immobili, già prevista dai decreti sul federalismo fiscale. La nuova tassa semplifica il quadro tributario immobiliare, assorbendo Ici e addizionali Irpef regionali e comunali. L'aliquota varia dallo 0,4% per la prima casa (con detrazione di 200 Euro a favore del contribuente) allo 0,76% per le seconde case. La base imponibile è la rendita catastale moltiplicata x 160. In questi giorni ferve la discussione in parlamento sull'Imu, come applicarla e quale sconto fare ai proprietari di prime case (qualcuno vorrebbe portarlo a 400 Euro).


Ma come si comportano gli altri Paesi Europei o gli Stati Uniti rispetto alle
tasse sulle proprietà immobiliari? In America la tassa è una tassazione sulla
proprietà, property tax, che si paga ai governi dei singoli Stati e dipende
direttamente da questi la percentuale del valore dell’abitazione che viene
chiesto di pagare: la percentuale varia dallo 0,2 al quattro per cento. In
Francia vi sono due diversi tributi che devono essere versati per gli immobili:
la prima si chiama Taxe Foncerie e viene versata direttamente al Governo
Centrale del quale resta a disposizione, mentre ne esiste una seconda che,
sebbene venga sempre pagata al Governo di Parigi, viene poi rigirata ai singoli
Comuni; è possibile comprendere di quale sia l’importo di queste tasse pensando
che per un appartamento di 40 metri nel cuore di Parigi si devono versare circa
mille e quattrocento euro ogni anno. In Inghilterra non vi è una tassazione corrispettiva
della nostra Imposta Comunale sugli Immobili, viene pagata un’imposta nel
momento in cui si compra l’immobile e quella che maggiormente si avvicina alla
nostra è la Council Tax che viene versata al Municipio ed i cui ricavi vengono
usati per pagare spese come strade e immondizia.


E in Italia?


Roma, 12-12-2011
E' il sole 24 Ore a fare il conto delle tasse sul mattone: nel 2012 per le casse dello stato l'assegno supererà i 53 miliardi di euro, con un aumento di oltre il 26% rispetto a quest'anno.

Il quotidiano precisa che la stima dell'ammontare complessivo degli oneri potrebbe scendere "se il Parlamento - convertendo in legge il decreto salva Italia - decidesse di alleggerire il prelievo sulla prima casa, magari aumentando la detrazione di 200 euro concessa a ogni abitazione. Ma le esigenze di bilancio non lasciano intravedere margini di intervento enormi".

Al totale di 53 miliardi si arriva sommando la reitroduzione dell'Ici sulla prima casa, la Tarsu, la Tia e le quote di Iva, Irpef, Ires, registro e ipocatastali riconducibili al patrimonio immobiliare.


Fonte: News Immobiliari, Rainews 24, Il Sole 24 Ore

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